Il parto cesareo non era proprio nei miei programmi, ma la vita con me si è sempre divertita a stravolgere i piani ed è così che nel giorno del nostro primo anniversario di matrimonio è venuta al mondo nostra figlia: una polpetta di 3800gr per 52 cm.
Desideravo vivere un parto naturale, quindi, in assenza di rischi abbiamo aspettato tutto il tempo possibile, ma al termine della 40ma settimana senza nemmeno l’ombra di una contrazione, con una testina ancora troppo alta e un liquido amniotico in riduzione la decisione più saggia è stata sicuramente quella di programmare un parto cesareo.
Nonostante non abbia avuto dubbi sulla decisione presa, mi sentivo smarrita e preoccupata di fronte all’idea di mettere al mondo mia figlia non in maniera “naturale”, questo probabilmente perché sul parto cesareo viene fatta poca informazione e soprattutto ruotano tanti pregiudizi attorno a questa pratica che, diciamolo: “menomale che esiste!” – se non esistesse Flavia e probabilmente nemmeno io sarei qui a raccontare il mio parto.
Per questo motivo, insieme alla dottoressa Valeria Amato, Medico Chirurgo specializzato in Ginecologia e Ostetricia, affronto tutti i pro e i contro del parto cesareo.
Parto Cesareo: cos’è e come avviene?
Il parto cesareo o anche taglio cesareo è un intervento chirurgico che permette la nascita del bambino per via addominale, attraverso un’incisione aperta artificialmente. Attualmente, l’incisione per raggiungere l’utero viene effettuata dal ginecologo in senso trasversale sul segmento uterino inferiore e le tecniche di sutura sono così precise da lasciare una cicatrice di circa 10 cm che, nel tempo, assume le sembianze di un delicato sorriso rosa, un tatuaggio naturale che ricorda il momento in cui siamo nate come madri.
Questo intervento, come tutti gli interventi chirurgici, avviene in sala sterile, in presenza di un’equipe medica generalmente composta da anestesista, ginecologa\o e infermiera.
Durante il parto cesareo, alla madre generalmente viene praticata l’anestesia loco-regionale, che può essere spinale o epidurale, in modo che, pur restando cosciente, dal bacino in giù non senta il dolore dell’atto operatorio. L’anestesia totale viene usata solo in casi di emergenza o per particolari condizioni della donna, come problemi alla colonna vertebrale.
L’anestetico viene somministrato mediante una puntura.
Ora, la domanda sorge spontanea: Quanto fa male la puntura dell’anestesia per il parto cesareo?
Voglio rispondere sinceramente a questa domanda e siccome credo che il dolore è qualcosa di molto soggettivo, non posso dare una risposta precisa e generica, credo che nessuno possa farlo. Attingendo dalla mia esperienza, quindi, posso dire che sicuramente non è indolore, ma nemmeno nulla di insopportabile e poi il fatto che si è ad un passo per conoscere tuo figlio questo aiuta sicuramente a sopportare tutto con una maggiore tollerabilità.
Fatta l’anestesia, la mamma viene preparata per l’intervento. Madre e bambino sono costantemente monitorati e una volta effettuato il taglio e estratto il bambino dal ventre materno, viene tagliato il cordone ombelicale. Le vie respiratorie del bambino, naso e bocca, vengono liberate e prima di affidarlo al neonatologo per tutti i controlli del caso, l’infermiera lo mostra per qualche istante alla mamma nascosta dietro un panno messo lì per evitare di vedere lo svolgimento dell’operazione.
Prima di procedere alla sutura, il chirurgo procede con la rimozione della placenta e la pulizia dell’utero. La cucitura è definita sutura intradermica con fili riassorbibili con la quale viene chiuso l’utero e o vari strati dell’addome, cute compresa.
Infine, alla neo mamma viene somministrata l’ossitocina, un ormone che viene prodotto naturalmente durante il parto naturale, utile a stimolare le contrazioni dell’utero e a ridurre la perdita di sangue.
Il parto cesareo dura circa 30 – 40 minuti, ma se si include anche la preparazione può passare anche un’ora e poco più.
Mamma e figlio si ritroveranno dopo circa 4 ore, un tempo infinitamente lungo, ma necessario a verificare che tutto vada per il meglio nel bambino, ma soprattutto per dare il tempo alla mamma di riprendersi dai possibili effetti collaterali dell’anestesia.
Io, per esempio, una volta in camera ho cominciato a tremare come una foglia su un albero durante una tempesta di vento, non so se ho reso l’idea, il tutto accompagnato anche con un lieve senso di nausea, risolto con un farmaco. Il tremore, invece, è andato via dopo circa un’ora, dopodiché gli antidolorifici mi hanno finalmente permesso di realizzare che era nata mia figlia e presto l’avrei stretta tra le mie braccia.
Il Parto Cesareo può essere una scelta
Se la futura mamma è ansiosa o ha paura del dolore del travaglio e del parto naturale, può chiedere un parto cesareo programmato, è un suo diritto, ma il medico può rifiutarsi di eseguire l’intervento se non lo ritiene legittimo, a patto che specifichi le ragioni del rifiuto.
(Se vuoi approfondire leggi la normativa sul parto cesareo come scelta personale).
Parto Cesareo: casi in cui è necessario
Il parto cesareo viene preferito rispetto al parto naturale in quelle situazioni di pericolo per la salute della mamma o del bambino.
Problematiche relative alla mamma
- Mamma con patologie serie, come il diabete, l’ipertensione o l’insufficienza renale;
- Cause sorte durante la gravidanza, come la gestosi o preeclampsia.
- La placenta previa è un altro indicatore di parto cesareo, perché la sua posizione in basso impedisce la fuoriuscita del bambino.
Problematiche relative al bambino
- Il bambino si presenta in posizione anomala: podalico (non si è girato, quindi punta i piedi verso il basso); di traverso; di spalle o con le natiche.
- Il bambino è troppo grande rispetto alle dimensioni del bacino materno (Presente!) o non supera i 2500 gr.
Queste circostanze permettono un parto cesareo programmato, ma durante il travaglio si possono verificare complicazioni che impongono un parto cesareo d’urgenza, come:
- La sofferenza fetale, ovvero le funzionalità cardiache del bambino manifestano delle anomalie
- Parto vaginale “distocico”, cioè con complicanze come contrazioni ridotte, non regolari o troppo intense; una dilatazione ridotta che non avanza; o ancora la testa del bambino che resta bloccata.
- Rottura dell’utero o emorragia.
Inoltre, un altro caso in cui in genere si preferisce il parto cesareo al parto naturale, ritenuto più sicuro o quanto meno più controllato, è per quelle gravidanze “delicate” ottenute mediante fecondazione assistita.
Parto Cesareo: vantaggi
- Diminuisce i casi di mortalità perinatale;
- Riduce l’esposizione a rischi importanti per la salute della mamma, del bambino o di entrambi;
- Riduce l’ansia della futura mamma e il timore dei familiare che qualcosa possa andare storto, in quanto il parto cesareo a differenza di un parto vaginale non è caratterizzato da particolari variabili imprevedibili.
- Riduce anche il timore dei medici di essere incolpati di negligenza o imperizia.
- La natura della donna non subisce trasformazioni, né può essere soggetta ad aderenze, e questo permette anche una rapida ripresa dei rapporti intimi.
Taglio Cesareo: Svantaggi
- Dopo l’intervento la neo mamma non può alzarsi dal letto per almeno 24 h;
- Il dolore post operatorio non è inferire a quello provato durante un parto spontaneo, anzi, in certi casi è superiore.
- I tempi di recupero sono più lungi rispetto ad un parto naturale e in genere si consiglia di aspettare almeno due anni per un’altra gravidanza.
- Dall’intervento possono svilupparsi delle aderenze, aumentando così il rischio di gravidanza extra uterina o GEU, placenta previa o accreta, e casi di ovulazioni particolarmente dolorose.
- Parto pre termine.
VBAC: il parto naturale dopo il parto cesareo è possibile
In genere, dopo un primo taglio cesareo l’approccio comune è quello di operare anche per eventuali gravidanze successive. Tuttavia, questa non è l’unica strada possibile. Il VBAC, acronimo inglese di Vaginal Birth after Cesarean, spalanca le porte alla possibilità di vivere un parto naturale dopo un cesareo.
Addirittura le più autorevoli linee guida emanate dalle principali società scientifiche internazionali promuovono fortemente questa pratica, in quanto si afferma che esponga la donna a meno rischi rispetto ad un taglio cesareo multiplo.
Il rischio che mette questa pratica particolarmente in discussione è quello di un’eventuale rottura dell’utero, ma c’è da evidenziare che si tratta di un rischio relativamente basso, si aggira attorno allo 0,5%.
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2 risposte
Sto leggendo vari articoli su questo argomento e il suo modo di scrivere si distingue. Mi piace il tono che usa.
Mi fa molto piacere il suo commento, grazie.