Le sfumature emotive della maternità: dal Baby-Blues alla Depressione post-partum

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Diventare madre è un’esperienza profonda ed estremamente intensa, in quanto la vede protagonista di un cambiamento radicale sia da un punto di vista fisico che psichico.
inoltre, la maternità impone una riorganizzazione totale del proprio stile di vita, della propria routine, dell’intero assetto familiare e anche sociale. I rapporti cambiano, perché a cambiare sono le esigenze e i tempi. Tutto questo richiede alla neo mamma una grande capacità di adattamento per definire un nuovo equilibrio.

Si tratta di un percorso interiore tortuoso, che necessità di accoglienza, comprensione e tempo. Elementi che troppo spesso una neo – mamma fatica a trovare spontaneamente dentro sé stessa e negli altri.

Si parla molto di depressione post parto, ma in realtà questa è una condizione piuttosto rara

La maternità e la “normalità” degli stati emotivi altalenanti

La gravidanza è un periodo di profonda trasformazione a cui si assiste non solo ad un cambiamento estetico della donna, ma anche del proprio mondo interiore; un viaggio alla scoperta di un nuovo Sé mai esistito prima.

Tuttavia, se l’attesa, in genere, è un periodo caratterizzato da preparativi, idealizzazioni e aspettative entusiasmanti, con la nascita la neo mamma è coinvolta in uno tzunami emotivo caratterizzato da sentimenti intensi ed ambivalenti, come la gioia, l’eccitazione, l’entusiasmo, ma anche paura, ansia, tristezza.

Quando si parla di maternità, infatti, ci si aspetta che la neo-mamma debba essere necessariamente felice, sempre e comunque. Questa pressione esercitata da “condizionamenti” esterni come la famiglia e la società, porta la neo mamma a reprimere se non addirittura a vergognarsi nel provare emozioni come la tristezza e la paura.

L’interpretazione in chiave negativa di certi sentimenti “naturali”, associata alle aspettative che la famiglia e la società nutrono nei confronti delle neo-mamme, spinge quest’ultime a pensare e di seguito a sentirsi: “strane”, “incapaci”, “fallite”, “inadeguate”, proprio perché provano dei sentimenti giudicati “immorali”.

Tali etichette e giudizi fortemente negativi e iper-generalizzati possono devastare il senso di autostima della mamma, fino a spingerla ad attribuirsi caratteristiche lontane dalla realtà che derivano da una confusione tra la concezione del “fare” e quella dell’essere.

Talvolta, questo si traduce in un vero e proprio disagio psicologico, più o meno intenso, per la neo-mamma.

Se si guardano le statistiche, el periodo post – partum circa l’85% delle donne manifesta un qualche tipo di disturbo dell’umore con sintomi lievi e di breve durata, mentre, circa il 15-20% delle donne sviluppa, invece, sintomi più significativi di depressione o ansia.

È necessario dunque, comprendere quali sono le situazioni emotive a cui una neo mamma può andare incontro e su questo aspetto i corsi di accompagnamento alla nascita possono fare la differenza se però, vengono coinvolti anche i papà; i fattori di rischio in presenza dei quali aumenta la probabilità di sviluppare o meno un disturbo; e i fattori protettivi fondamentali nel fronteggiare il post parto, in quanto momento della vita particolarmente intimo e delicato.

In questo articolo parliamo di sfumature della gravidanza Di seguito verranno descritte tre condizioni diverse per gravità, insorgenza, durata e trattamento.

Il Baby Blues

Il baby- blues o maternity blues (blues significa malinconia) è una condizione- ben diversa dalla depressione post-partum- caratterizzata da estrema stanchezza fisica e mancanza di energie, alterazione del tono dell’umore, in cui la neo-mamma riporta di sentirsi triste, malinconica, sopraffatta, provare senso di inquietudine e angoscia, spesso associata a crisi di pianto inspiegabili, e talvolta caratterizzata dall’alterazione del ritmo sonno-veglia e  problemi di inappetenza o iper-alimentazione.

Tale condizione è abbastanza frequente, può verificarsi in oltre il 70% delle neo-mamme e raggiunge il picco 3-4 giorni dopo il parto in corrispondenza della montata lattea, fortunatamente tende a regredire spontaneamente nel giro di poche settimane senza lasciare conseguenze negative alla madre e al bambino. Solo una minima percentuale può evolvere in una depressione post-partum.

Quali sono i fattori che determinano il Baby-Blues?

Il baby blues è determinato principalmente da fattori fisiologici e ormonali legati al travaglio e al parto. L’esperienza del parto può far sentire la donna stanca, triste, bisognosa di attenzioni, proprio a causa del drastico cambiamento ormonale che si verifica nelle ore successive al parto (crollo degli estrogeni e del progesterone); la fatica e stanchezza legata al parto (sia cesareo che naturale) e lo stress del travaglio giocano un ruolo chiave nel determinare tale condizione.

Cosa può fare una neo-mamma che vive questa condizione?

In tale circostanza è necessario accogliere certe emozioni, e ricordarsi che è del tutto normale sentirsi stanche, spossate, deboli e tristi.  Pretendere eccessivamente da sé stesse (es. tornare subito in forma, recupero immediato delle energie) non è certamente di aiuto, né alla neo-mamma, né al suo bambino. Il nostro corpo ha bisogno di tempo per assestarsi, e ritrovare il suo equilibrio. E’ necessario ritagliarsi del tempo da dedicare alla cura di sé stesse, riposare per recuperare le forze, seguire un’alimentazione sana e bilanciata, lasciar andare le cose meno importanti e non avere vergogna di chiedere un aiuto pratico ad amici o familiari per lo svolgimento di attività domestiche. Il tempo impiegato per sé stesse non deve essere vissuto con senso di colpa, non deve essere percepito come un atto di egoismo. La nascita di un bambino non implica rinunciare completamente a se stesse, anzi, dedicarsi del tempo per riposarsi e rilassarsi, permetterà alla neo-mamma di approcciarsi al proprio bimbo con maggiore serenità e rispondere ai suoi bisogni con maggiore efficienza.

La depressione post-partum

La Depressione post-partum, è una forma depressiva che colpisce circa il 10-20% delle donne e può manifestarsi circa 6-7 mesi dopo il parto. Nella maggior parte dei casi, la depressione post-partum è l’evoluzione di una forma depressiva già presente durante la gravidanza e non riconosciuta. Il quadro sintomatologico della depressione post-partum è simile al baby- blues ma si differenzia per l’intensità dei sintomi e la loro durata. Il presente disturbo può compromettere non solo le capacità relazionali e di accudimento della neo-mamma ma anche lo svolgimento di semplici e banali attività. Uno dei problemi principali riguardo la diagnosi è che spesso le donne tendono a nascondere ciò che provano o mostrano difficoltà nel riconoscere i sintomi, per timore di essere giudicate e risultare agli occhi degli altri “deboli”.

Quali sono i sintomi della depressione post-partum?

In tale condizione è possibile che la neo-mamma presenta sbalzi d’umore con crisi di pianto frequenti. Il tono dell’umore basso e malinconico si associa spesso a pensieri disfunzionali, ansiosi e catastrofici del tipo: “non riuscirò ad essere una buona madre”, “mio figlio/a non mi amerà”, “se non riesco a gestire i pianti di mio/a figlio/a allora sono un’incapace”, “sono un fallimento”, “se sono triste in questo momento, allora c’è qualcosa che non va in me”, “sto perdendo il controllo”, “ho paura di fare del male al mio bambino”. Tali pensieri spingono la neo-mamma a sperimentare senso di inadeguatezza, di inutilità e perdita di controllo su pensieri ed emozioni. La vergogna è spesso associata al senso di colpa per non riuscire ad incarnare l’ideale di madre “perfetta” che si è costruita e che molte donne esigono da sé stesse. Un senso di colpa spesso provato perché la neo-mamma non riesce a sentirsi felice, a gioire della nascita del proprio piccolo -percepito come un estraneo- e a vivere questo momento con maggiore spensieratezza. Questi sentimenti esperiti, spesso vengono sminuiti e non validati dalla rete familiare di appartenenza, che tende a interpretare ed etichettare questo stato di profondo malessere e disagio psicologico come “tristezza”, pertanto la neo-mamma non viene accolta nel suo bisogno, né ascoltata, soprattutto quando le attenzioni sono rivolte tutte al nascituro.

Questo modo di pensare, percepire e interpretare una situazione del tutto nuova, si associa spesso ad un’alterazione del ritmo sonno-veglia (con la presenza di insonnia, difficoltà nell’addormentamento, risvegli precoci o sogni angoscianti), a cambiamenti dell’appetito (che possono presentarsi con inappetenza o eccessiva assunzione di cibo), ma anche a stanchezza fisica e mentale, mancanza di energia e difficoltà di concentrazione. In tale circostanza la neo-mamma può arrivare a perdere interesse per attività che un tempo erano piacevoli e di suo interesse (APA, 2013), e rifiutare la compagnia di familiari e amici. Inoltre, è possibile sviluppare pensieri di tipo ossessivi legati allo stato di benessere del bambino preoccupandosi ad esempio di rispettare rigorosamente gli orari dell’allattamento. In alcune mamme, assorbite totalmente dalla cura e dall’accudimento del nuovo arrivato è probabile che si riscontri una perdita del desiderio sessuale, condizione che diventa significativa se si protrae oltre 9 mesi circa.

Quali sono i fattori coinvolti nell’insorgenza della Depressione Post-Partum?

La Depressione Post-Partum può essere determinata da fattori di rischio di natura psicosociale, socioeconomica, biogenetica, tra cui:

  • Complicazioni ostetriche;
  • Parti pre-termine;
  • Parti multipli (ad es.gemellari);
  • Cambiamenti ormonali e fisiologici;
  • Esperienze traumatiche;
  • Disturbi del sonno del bambino;
  • Bassa autostima materna;
  • Basso sostegno sociale;
  • Precedente depressione;
  • Familiarità psichiatrica;
  • Eventi di vita stressanti;
  • Stress nell’accudimento;
  • Problemi economici e coniugali;
  • Credenze irrealistiche (essere una mamma perfetta; la gravidanza è un momento gioioso)

Tale quadro sintomatologico porta la neo-mamma ad una condizione di isolamento, risucchiata da un vortice di pensieri disfunzionali e auto-svalutanti. Si è stimato che tale sintomatologia impatta negativamente non solo sulla neo-mamma ma anche sulla sua capacità di interazione e di saper cogliere e rispondere ai bisogni del proprio bambino (Murray et al,1996), determinando un attaccamento insicuro, e un probabile ritardo nello sviluppo emozionale, cognitivo e sociale.

Cosa fare in caso di Depressione Post-Partum?

Guarire dalla depressione post-partum è possibile grazie all’integrazione di un trattamento psicoterapeutico e farmacologico.

Le neo-mamme hanno bisogno di poter esprimere le loro emozioni, prendere consapevolezza e sentirsi libere di poterne parlare senza provare vergogna o timore di essere giudicate.

E’ necessario ricordare, che tra i fattori protettivi, giocano un ruolo chiave il supporto del partner, una relazione stabile, avere una rete familiare percepita come presente e su cui poter fare affidamento.

Di seguito alcuni suggerimenti per affrontare una situazione così impegnativa:

  • Essere pazienti;
  • Accettare aiuto e lasciare che amici, familiari, partner, diano una mano;
  • Dedicare del tempo per sé stesse e svagarsi (passeggiate all’aria aperta, yoga, meditazione);
  • Non chiedere scusa e/o rimproverarsi per non essere riuscita a portare a termine delle attività;
  • Svolgere attività fisica permetterà di sperimentare una maggiore sensazione di benessere sia fisico che mentale, migliorando la stima di sé e della propria immagine corporea;
  • Riconoscere l’importanza del supporto emotivo e pratico del proprio partner;
  • Esprimere ciò di cui si ha bisogno;
  • Riportare su di un quaderno i propri pensieri e le proprie emozioni (automonitoraggio)

La psicosi puerperale

La psicosi post-partum è la forma più grave della depressione post-partum, è una condizione rara (0,2% delle donne) che si sviluppa entro una settimana dal parto e presenta una vera e propria perdita del senso di realtà.

Il quadro sintomatologico è molto grave e può includere:

  • Confusione;
  • Allucinazioni e deliri;
  • Disorientamento;
  • Pensieri ossessivi;
  • Pericolo per sè stessa e il bambino;
  • Ideazione suicidaria;
  • Paranoia;
  • Disturbi del sonno.

In questa circostanza la neo-mamma non è in grado né di provvedere all’accudimento del proprio piccolo né di affrontare in modo funzionale la vita quotidiana, E’ necessario un trattamento immediato. Sentirsi ascoltate e accolte nelle proprie paure e fragilità è ciò di cui una neo-mamma ha bisogno. Il primo passo è parlarne, ed è il gesto d’amore più grande che si possa fare verso sé stesse.

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Rosaria Caruso

Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale in formazione, esperta in gestione delle risorse umane.
Da diversi anni è accanto alle future mamme per accompagnarle alla nascita mediante corsi di preparazione al parto.

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