Che la gravidanza comporta una profonda trasformazione del corpo è risaputo, ma un aspetto su cui, credo, si presti troppa poca attenzione è l’evoluzione della postura di una mamma, durante la gravidanza e dopo.
Man mano che cresce il pancione il corpo si adatta al suo peso, ai cambiamenti degli organi genitali e della struttura scheletrica per accogliere il feto, il liquido amniotico, la placenta e anche i cambiamenti ormonali hanno un ruolo importante nel caratteristico andamento posturale di una mamma. Dopo il parto poi, c’è una nuova condizione e il corpo deve ripetere questo “lavoro”.
Non è raro ascoltare donne incinte lamentarsi di mal di schiena, o di altri fastidi anche particolarmente dolorosi, specie negli ultimi mesi di gestazione. Il parto poi, se da un lato risolve alcuni aspetti, dall’altro espone il nostro corpo ad una nuova condizione improvvisa e tra le conseguenze di questo cambiamento repentino troviamo anche la necessità di ristabilire un nuovo equilibrio posturale.
Ma andiamo per gradi.
Cos’è la Postura?
Generalmente, la postura viene definita come la disposizione delle parti del corpo nello spazio. È il modo di relazionarci rispetto all’ambiente esterno e all’ambiente interno, da ciò è si coglie la profonda correlazione fra mente – corpo e viceversa.
Sentiamo spesso parlare di postura “corretta”, ma in realtà non esiste una postura corretta per tutti, sarebbe più preciso parlare di equilibri posturali da ritrovare per stare bene; ciò che conta quindi è l’armonia posturale.
C’è veramente tanto da dire sul mondo “Postura”, ma di seguito ci soffermeremo su ciò che riguarda principalmente la postura di una mamma.
Cosa succede in gravidanza?
In gravidanza il centro di gravità del corpo si sposta. La lordosi fisiologica lombare aumenta così come aumenta la lassità legamentosa della pelvi. La testa si antepone. I movimenti diventano più difficoltosi con l’insorgere di particolari tendiniti “ormonali”. Inoltre, a seguito dell’espansione dell’utero, i retti dell’addome che decorrono dalla gabbia toracica all’osso pubico, si possono separare lungo la linea alba. Questi cambiamenti strutturali comportano una risposta posturale della futura mamma il cui sistema si adatta per accogliere e muoversi insieme alla vita che cresce dentro di lei. Questa insolita distribuzione del peso, il sovraccarico di alcuni gruppi muscolari rispetto ad altri possono però, comportare alterazioni funzionali, fastidi e dolori.
In particolare, il dolore lombare è il disturbo più frequente durante la gravidanza e la sintomatologia è molto variabile; spesso si parla di dolori localizzati a livello lombo-sacrale e del bacino, talvolta con coinvolgimento degli arti inferiori (sciatalgia, cruralgia), oppure si può avvertire un dolore profondo localizzato nella regione glutea, descritto spesso come un dolore lancinante vicino all’osso sacro.
Il mal di schiena in gravidanza, così come i dolori alle articolazioni o ai piedi, possono essere correlati fra loro e dipendono dagli adattamenti che la mamma mette in atto per camminare e stare in piedi. A cambiare inoltre, è anche il respiro, in quanto per evitare sollecitazioni sull’addome la respirazione diventa alta, ovvero toracica e non più prevalentemente diaframmatica.
Tutto quello che avviene durante la gravidanza, può persistere anche nel puerperio se non si agisce in maniera preventiva e terapeutica, oltre che educazionale rispetto ai “safe movements” (movimenti sicuri).
Postura in gravidanza: consigli pratici
Riposare comodamente utilizzando cuscini da porre a seconda delle esigenze; se si riposa sul fianco, fra le gambe, sotto la testa o dietro la schiena.
In merito, infatti, i ginecologi raccomandano alla future mamme di riposare sul fianco sinistro.
Se si riposa supini invece, può essere utile mettere un cuscino sotto le gambe .
Un altro grande alleato è il nostro respiro. Fare i giusti esercizi di respirazione permette di alleviare la tensione e i dolori intercostali e in generale favorisce il rilassamento.
Per quanto riguarda lo stare in piedi, sono da seguire i comuni accorgimenti salva-schiena ovvero:
- sollevare i pesi da terra piegando le ginocchia invece che sforzando la schiena;
- se si rimane in piedi per molto tempo (ad es. per stirare) posizionare un piede in appoggio su un piccolo rialzo (come uno sgabello basso); ovviamente, è meglio evitare di stare in piedi per troppe ore consecutive e, allo stesso modo, evitare di stare sedute per troppo tempo.
- Infine, se si lavora da sedute, alzarsi e/o cambiare posizione ogni 20 minuti.
Esistono anche accorgimenti di igiene posturale per quando ci sarà il bebè.
Durante l’allattamento:
- Nel decubito laterale posizionare un cuscino sotto la testa del bambino ed uno sotto il ginocchio superiore che sarà piegato, in modo da favorire la respirazione addominale e la comodità di bimbo e mamma.
- In posizione seduta utilizzare un piccolo sgabello sotto i piedi ed un cuscino adatto da posizionare sulle ginocchia in modo da sostenere il bambino e permettersi di appoggiarsi in avanti e non sulla schiena;
Quando si tiene il bebè in braccio:
- evitare di restare troppo in piedi in iperlordosi o con il bimbo sempre sullo stesso lato, ma provare a tenerlo rivolto verso l’esterno, testa e schiena contro il torace, una mano sotto le cosce e l’altra sotto l’addome del bimbo, oppure con il bebè appoggiato petto contro petto della mamma e sostenuto inferiormente da un braccio e dall’altra mano sulla sua schiena.
- se si deve cullarlo a lungo, appoggiarsi con la schiena contro il muro e se possibile usare una piccola palla morbida fra le scapole; portare leggermente in avanti i piedi, affinché il peso non gravi sull’addome, ma sulla palla che, oscillando, va a massaggiare la schiena donandole sollievo.
Il portabebé o la fascia sono degli ottimi alleati della postura della mamma, un aspetto fondamentale da considerare però, nella scelta di l’uno o l’altro supporto è la possibilità di regolarlo in altezza e profondità in modo che il bambino sia correttamente sostenuto, abbia le gambine piegate, sia posizionato bene con la testa sotto il mento della mamma e, aspetto più importante di tutti, sia ben appoggiato al petto di chi lo porta. Il contatto ha un valore fondamentale per la sua crescita emotiva.
Altri accorgimenti:
- preferire un fasciatoio posizionato a giusta altezza per il cambio pannolino, piuttosto che il letto;
- sollevare il bambino cercando di far forza sulle gambe e non sulla schiena.
La fisioterapia: un aiuto a 360° prima, durante e dopo la gravidanza
L’intervento del fisioterapista è fondamentale per riequilibrare la postura e aiutare la mamma a gestire e risolvere il mal di schiena e i vari fastidi insorti durante la gravidanza e nel post parto.
Tecniche manuali, metodi di rieducazione posturale, esercizio terapeutico, oltre che di educazione ergonomica e consigli comportamentali da seguire durante la gestazione e successivamente con il bebè permettono alla mamma di vivere il più serenamente possibile la straordinaria esperienza della maternità.
Il fisioterapista creerà un percorso ad hoc, in modo tale da inquadrare la causa del problema e scegliere il trattamento più adeguato anche e soprattutto rispetto al vissuto, alla storia clinica e alle esigenze individuali della mamma.
Non solo (fisio)terapia, ma soprattutto prevenzione
Ci sono tanti modi per prendersi cura della postura di una mamma in gravidanza e nel post parto, quello a cui, invece, si presta poca attenzione è l’aspetto preventivo. Sebbene è difficile sapere prima quando si rimarrà incinta però, nel momento in cui si “cerca” una gravidanza, le linee guida in ambito sanitario e fisioterapico consigliano fortemente un check-up pre-gravidanza con valutazione posturale ed eventualmente un percorso preventivo di rieducazione posturale (secondo il Metodo Mézières, RPG o altri).
Questo approccio permette, non solo di risolvere le condizioni dolorose, ma anche di migliorare la capacità di adattamento, favorendo l’armonia posturale e il benessere della futura mamma.
È triste ascoltare storie di mamme che associano la gravidanza a dolori lancinanti alla schiena o al bacino, quando esistono le soluzioni per prevenirli e alleviarli. C’è un grande bisogno di fare informazione e mettere in atto una rivoluzione culturale. Specie in ambito sanitario, si è soliti correre dal professionista all’insorgere del disturbo trascurando un fedelissimo alleato: la prevenzione.
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