L’Asilo Nido porta un grande cambiamento nelle abitudini dei nostri bambini e anche per noi mamme non è semplice affrontare questo distacco. Per quanti momenti possano esserci in cui non vediamo l’ora che inizi la scuola, quando poi, arriva realmente il momento si viene sommerse da tante emozioni contrastanti, specie se si tratta del primo anno.
Forse questo non vale per tutte, ma per molte è così e una è proprio qui a scrivervi.
Quando ci si prepara all’inserimento all’asilo nido, improvvisamente ci si rende conto di quanto il tempo stia volando. Dall’essere tutto il suo mondo, in un attimo nostro figlio è pronto a lasciarci la mano per afferrare quella dell’educatrice e dandoci le spalle ci lascia lì, sole, a guardarlo mentre compie i primi passi verso la “sua strada”. Questo è quello che ha fatto mia figlia all’open day dell’Asilo Nido che abbiamo scelto per lei.
La sua curiosità verso il mondo e il suo essere socievole renderà sicuramente le cose più semplici, ma non per tutti è così. Per molti bambini l’inizio dell’asilo nido è sinonimo di sofferenza, pianti, paure e insicurezze e a noi tocca l’arduo compito di garantirgli tutto il sostegno e la serenità necessaria per vivere al meglio questa nuova avventura.
Dunque, care mamme niente drammi e ansie e se queste sensazioni stanno facendo capolino dentro di voi, ecco una serie di consigli per affrontare al meglio l’inserimento al nido che mi sono stati di grande aiuto.
1. Fidarsi della struttura che abbiamo scelto
Il primo passo da compiere è conoscere l’ambiente, le educatrici e coloro che si prenderanno cura del nostro bambino in nostra assenza. Questo ci aiuterà ad avere fiducia nella struttura e in chi la gestisce. Contrariamente, sarebbe difficile, se non impossibile, sentirsi tranquille o tranquilli (facendo riferimento ad entrambi i genitori) nell’affidare nostro figlio ad un ambiente e a delle persone del tutto sconosciute.
Gli open day e ancora di più il periodo di inserimento che prevede anche la nostra presenza sono un’importante occasione per favorire un approccio positivo mettendo le basi per un rapporto di fiducia.
A questo proposito, è importante ricordarci che le educatrici non sono lì per giudicare il nostro ruolo o il nostro metodo educativo, ma sono nostre alleate quindi, qualsiasi dubbio o difficoltà che riscontriamo è bene condividerla in modo da creare l’opportunità di “lavorare” insieme ad una soluzione, così da facilitare il loro compito e rasserenarci.
2. Giocare in anticipo, preparandoci al cambiamento

L’inizio dell’Asilo Nido comporterà inevitabilmente uno sconvolgimento nelle abitudini di nostro figlio e anche nelle nostre. Dunque, per evitare disagi gli esperti consigliano di giocare in anticipo iniziando a preparare il bambino al cambiamento imminente. Si può iniziare adeguando i nostri orari a quelli che avrà al nido in modo da rendere più facile e soprattutto meno traumatica la fase di adattamento; inoltre, si può portare più frequentemente il bambino al parco, in modo da abituarlo alla socializzazione, specie se non è abituato a condividere il suo tempo con altri bimbi; e ancora, si potrebbe passare spesso davanti all’asilo così da rendere quel percorso a lui familiare.
3. Parlare del Nido ed esprimere pensieri positivi
Trovandomi in questa situazione, ho consultato qualche blog autorevole come Nostrofiglio.it e sono stata colpita particolarmente dallo spunto della pedagogista Roberta Balsemin rispetto all’esprimere ad alta voce messaggi positivi sull’Asilo Nido. Dire: “Ti porto in un posto sicuro dove potrai divertirti con altri bambini e la mamma sa che lì starai bene” – non solo rassicura nostro figlio, ma anche noi stesse perché nell’esprimere dei messaggi positivi siamo noi per prime a convincercene. Inoltre, renderlo sicuro del nostro affetto ripetendogli quanto gli vogliamo bene lo aiuterà ad accogliere meglio il nostro allontanamento temporaneo.
Infine, può essere utile creare un rituale di preparazione all’ingresso all’asilo nido. Per esempio: “Salutiamo gli uccellini e avvertiamoli che ci vedremo più tardi” – oppure spruzzare sul nostro piccolo un po’ del nostro profumo così da permettergli di portare con sé un pezzetto di mamma. Insomma, qualsiasi tipo di rituale adotteremo sarà utile per tranquillizzare il bambino prima dell’ingresso all’asilo, perché saprà perfettamente cosa sta per accadere.
4. Un oggetto “amico” sempre con sé

Nel corso delle tempo che trascorrerà all’asilo è probabile, specie all’inizio, che nostro figlio ad un certo punto possa sentirsi smarrito ed abbia bisogno di un “oggetto amico”, ovvero qualcosa di familiare che solitamente lo conforta. Può essere un peluche, un lenzuolino, la famigerata copertina o semplicemente il ciuccio per chi ne fa uso; insomma, qualsiasi cosa a cui il bambino è particolarmente legato in modo da fornirgli un valido alleato per affrontare questo importante cambiamento.
Gli psicologi li chiamano “oggetti transizionali“, ovvero oggetti sui quali i bambini trasferiscono l’immagine della madre quando si trovano al di fuori del loro ambiente familiare.
5. “La Mamma torna presto”
I bambini, così piccoli, non hanno la concezione del tempo. “Prima”, “Dopo” o “Fra poco” per loro non sono indicativi e a questo proposito la pedagogista Balsemin suggerisce di richiamare una realtà che il piccolo già conosce e può comprendere, specie nel primo periodo di inserimento. Per esempio: “Ciao Amore, la mamma va a fare la spesa e torna a prenderti”. In linea di massima, questa azione dovrebbe dargli la percezione di un tempo breve, così da tranquillizzarlo e fargli capire che la mamma si allontanerà, ma tornerà presto.
Inoltre, sempre secondo la dottoressa Balsemin, il richiamo al ritorno della mamma, anche dopo l’ambientamento, è sempre molto importante e non è mai un eccesso ripeterlo anche quando va tutto bene.
Affermazioni tipo: “La mamma deve andare a lavoro, ma dopo la pappa torna a prenderti” aiutano a rassicurare il bambino e a far sì che continui a vivere con serenità quel tempo all’asilo nido. “Dopo la pappa” o “Dopo la nanna” sono indicazioni temporali importanti che permettono al bambino di capire quando la mamma farà ritorno.
Altro spunto interessante della dottoressa è l’individuazione di un punto di riferimento, ovvero l’educatrice che magari sta più simpatica a nostro figlio. Per noi genitori significa guadagnarsi un alleato importante quando e se il bambino comincia a mostrare resistenza al distacco. In questo caso, l’educatrice diventa una figura di riferimento che possiamo coinvolgere per tranquillizzare nostro figlio dicendogli che la sua educatrice gli farà compagnia o giocherà con lui per tutto il tempo che la mamma non ci sarà.
6. Non avere fretta, ogni bambino ha il suo tempo
La fase di ambientamento può durare 15 giorni, ma anche un mese, compatibilmente con le nostre necessità lavorative. Tuttavia, è importante non forzare i tempi unici di nostro figlio, ma agire con gradualità. Se dopo due settimane, nostro figlio fa ancora fatica a restare per il tempo stabilito all’asilo è opportuno che qualcuno lo vada a prendere prima, se non è possibile per i genitori che sono a lavoro, magari possono andare i nonni o comunque un parente, sempre informando le educatrici sulla persona che andrà a prendere il bambino, allungando man mano i tempi di permanenza all’asilo.
7. Niente passi indietro
8. Dedicare più tempo al bambino quando torna a casa
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